Capostrada

In questo afoso quattro agosto 2021 ci ritroviamo in giardino sotto delle minacciose nuvole, la serata ha un tema chiaro e preciso, riuscire a identificare i vitigni internazionali. Saranno quindi ammessi i vari e bistrattati Merlot, Cabernet, Sirah con le aggiunte di Sangiovese e Nebbiolo.

L’esame WSET3 si sta avvicinando e Riccardo ha bisogno di allenarsi, il nostro presidentissimo storce il naso a questa serata da vini commerciali, vedremo in seguito che molte delle bottiglie portate abbracciano filosofie produttive del biologico o del biodinamico.

Il Mosto di stasera prevede il nostro enotecaro di fiducia Luciano accompagnato dalla moglie Diana, l’Enonauta Simone, Datola l’orangista, il presidentissimo David , il giovane adepto Chiappelli oltre ai padroni di casa Veronica e Riccardo.

I vini sono tutti stappati e disponibili, ognuno segnerà le proprie impressioni per poi confrontarle in seguito, obiettivo generale non solo riconoscere il vitigno ma cercare di capire la qualità e caratteristiche peculiari. Tutti sappiamo quanto riconoscere l’uvaggio resti un pallino, anche solo per divertirsi con le castronerie sparate.

Valtellina Superiore

2018

Iniziamo col vino portato dal nostro Datola, vino molto discusso che ha spaccato la platea. Colore rubino scarico, naso con profumi primari e secondari ben evidenti, ma niente di invadente; tannino levigato, alta acidità ben presente e lunghissima sensazione di persistenza. 

Il vino è morbido e vellutato, non ha spigoli, si beve senza troppi pensieri, già pronto per il mercato. Riccardo e Luciano scelgono Sangiovese con passaggio in legno, Riccardo ipotizza un rosso di Montalcino non ruspante? Il nostro Enonauta sentenzia Nebbiolo dell’alto Piemonte…un passo avanti.

25 euro per un prodotto coerente con le attese

Chinon

2017

Primo vino del padrone di casa e prima sbuffata di peperone, un vino intenso e rubino chiari aromi primari erbacei e di prugna, anche l’affinamento in legno è presente e marcato. Senza dubbio tutti scelgono Cabernet Franc. Personalmente non riesco a capire chi ami questo tipo di vino e soprattutto se questo è il risultato sperato. Mi vien da pensare che le uve non siano mature, ma probabilmente è impossibile perchè Chinon è uno dei territori maggiormente votati a questo vitigno; siamo nella parte centrale della Loira non distante da Saumur. Giudizio finale non molto alto, forse col tempo migliorerà in bottiglia? Io non penso. La mezza bottiglia rimasta sul tavolo non è mai un buon segnale. 23 euro che non rispenderò.

Saumur champigny

2019

Vino portato dl nostro Enonauta Simone, ci si concede mostrando profumi delicati e non sbilanciati, freschezza e facilità di beva. Il frutto è presente ma sur-maturo. Si rischia nuovamente di scommettere sul Cabernet Franc ipotizzando che provenga o da un luogo fresco o elevato. Una volta rivelata l’etichetta vengono confermate le ipotesi, siamo nella denominazione Saumur Champigny, zona di elezione per questo vitigno. Qusta AOC rimane  più a occidente rispetto alla precedente scendendo lungo il fiume Loira sulla sponda sinistra. I due Franc non sono paragonabili tra loro, probabilmente il primo soffre di una riduzione che non svanirà, ma le noti vegetali sono preponderanti e coprono tutto il resto. Viti allevate in regime biodinamico regalano un vino piacevole di sorso lungo e spensierato, 20 euro spendibili in un bel prodotto.

carta loira
Excelsior, Ashton, South Africa

2014

Secondo vino del padrone di casa Riccardo, preso per gioco durante la spesa all’Esselunga così per darsi una scusa per ristudiare le varie zone viticole del South Africa. Siamo nella regione di Robertson, da libro descritta come ideale per le grandi produzioni e raffrescata da venti costanti, questi la rendono migliore della vicina Worcester. Il vino ha riscosso un buon successo generale di impatto, naso molto accattivante, sorso caldo e di pieno corpo. Purtroppo per lui si rivelerà tutta apparenza e quella nota dolciastra e stucchevole non fa venir voglia di un secondo sorso. Bello vedere come tutti riconoscono il vitigno Merlot, questo mostra come il vitigno sia perfetto per creare bottiglie senza difetti a prezzi contenuti e gradevoli, Bolgheri docet. Altro vino che è avanzato sulla tavola a riprova di quanto detto sopra, sicuramente da bere alla giusta temperatura o leggermente raffrescato, per contenere l’irruenza del troppo che si porta dietro termini di alcol e sapori.

10 euro al supermercato, 3.50 sul loro sito, in promozione, sicuramente vi faranno fare una bella figura ad una cena con persone non maniacalmente fissate.

Crozes-hermitages

2018

Eccoci al vino del nostro Chiappelli, che dire, vino molto distribuito in zona e descrivibile rappresentativo dell’aggettivo didattico. Un naso austero, colore rubino e sorso pieno, un po’ restio a concedersi ma si tradisce con quella nota di spezie dolci rivelatrice del Sirah del Rodano. Siamo infatti nella zona meridionale del nord Rodano, nei territori intorno alla famosa collina dell’Hermitage. Questa è una zona relativamente ampia con aree maggiormente vocate alla qualità, quelle collinari, o alla quantità, quelle pianeggianti. Molto bella l’etichetta scritta in Braille,  23 euro di spesa a mio avviso troppi per il prodotto che si è ben fatto ma non emozionante.

Baden malterdinger

2017

Finalmente un commensale si è deciso a portare il vitigno principe della discordia tra chi lo ama e chi lo adora. Scherzi a parte una volta avvicinato il calice al naso si percepisce, la suadenza del Pinot nero però non nella sua veste opulenta Altoatesina e neanche in quella versione “sciacquap***e” come qualcuno ama definire i base della borgogna senza arte né parte. Una spanna sopra i vini fino ad ora bevuti, concedersi un minuto per apprezzarne i profumi si rivela tempo ben speso. Avvolgente è la sua presa, delicato e preciso riesce a mantenere la tensione senza risultare spigoloso. Solo il nostro enotecaro Luciano poteva stupirci con questo effetto speciale, siamo in Germania nella regione del Baden situata nella parte meridionale speculare all’Alsazia da cui è separata dal Rodano. Qui le temperature sono maggiori rispetto alle altre zone tedesche, permettendo la perfetta maturazione delle uve e il raggiungimento di gradazioni alcoliche consistenti. Sui 30 euro di spesa, prezzo che per questo vitigno generalmente costituisce lo spartiacque tra la banalità e l’inizio dell’eccellenza.

Valtellina superiore riserva

2009

Il nostro presidentissimo David si presenta con un’ora e mezzo di ritardo con una chicca che, nonostante trovi i commensali provati dalla lunga degustazione, subito stupisce l’intera compagnia rendendosi conto di essere davanti a un signor vino. Quando ormai unitamente eravamo certi della vittoria della serata del Pinot di Baden ci dobbiamo ricredere arrivando a collocare entrambi entrambi i prodotti sul gradino più alto del podio. Il vino è evoluto, vellutato ma vibrante, non fa della somma dei sapori la sua forza ma l’esplosione della componente floreale accompagnata da un sorso lunghissimo è diametralmente opposto alla descrizione del merlot precedente. Dire semplicemente balsamico può essere riduttivo per il bouquet di note percepite, ovviamente il paragone col pinot tedesco andrebbe fatto con un pari età, qui le note evolutive sono presenti aumentando la complessità in modo decisivo. Che dire, il prezzo può sembrare proibitivo, sui 60 euro, ma che bellezza rievocare chiaramente la sensazione olfattiva pur avendo finito la bottiglia da giorni.

Conclusioni
Serata da me programmata per essere didattica e così si è pienamente dimostrata. Una bella gamma di vini di cui i miei, ahimè, si sono rivelati i peggiori…dobbiamo riconoscere che Simone li ha riconosciuti tutti! 
Classifica finale vede Il Grumello e il Pinot fare gara a parte, in seconda fila Cabernet di Germain e il Valtellina Ascesa.
Riccardo
Il mosto di oggi

David, Riccardo, Veronica, Alessandro, Alessio, Simone, Diana, Luciano

Associazione culturale Il Mosto Selvaggio | Pistoia, Toscana, Italia  | mostoselvaggio@gmail.com