Ritorno da una cena tra amici con un pensiero che gira e rigira nella testa.

Come mai, davanti a sedici pagine di carta dei vini, scorrendo distrattamente l’elenco e parlando di altro, siamo finiti a confrontare le nostre idee sui pinot nero presenti in carta.

 

Non che fossero pochi, vista la presenza di una nutrito gruppone di Borgogna e Alto Adige con l’aggiunta di qualche toscano presente più per scelta territoriale che per merito, ma neanche che fossero preponderanti rispetto ai tanti nebbiolo e ai sangiovese.

La scelta di uno Chenin blanc e di una Barbera come ordinazioni, dimostrano che, comunemente ad altre volte, la nostra non è una ossessione che si focalizza sul vitigno, ma nulla può togliermi dalla testa che siamo comunque andati a cercarlo con il lanternino.




Carta dei Vini

Pinot Nero
39
99
bottiglia
  • Borgogna
  • Alto Adige
  • Toscana
menù

La cosa che mi salta all’occhio è che ho vissuto questa situazione varie volte e con compagni di bevute diversi, sembra che il il pinot nero sia catalizzatore e amplificatore di emozioni nonostante il suo carattere non sia certo quello di un amico estroverso e facilmente collaborativo.

 

Mi chiedo quindi se nella nostra carriera di bevitori peNsanti abbiamo ricevuto da esso emozioni particolarmente forti, e quindi cerchiamo di ripeterle o, forse, sapendo di non aver (ancora) raggiunto il suo vero apice, cerchiamo di ambire ad una vetta che, probabilmente causa portafogli, mai raggiungeremo?




Riccardo V

Riccardo V

Non prendiamoci troppo sul serio

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